martedì 1 maggio 2012

Tao bilanciato di sessualità


Tao bilanciato di sessualità, due anime nello stesso corpo di cui entrambi pretendono il controllo, come due calamite che fuggono e sfuggono, nonostante siano così vicine. La luce soffusa del rimasuglio di sole riesce solo lievemente ad illuminare il sudore di sandalo sui tronchi della foresta innanzi a loro, creando un’atmosfera magica, oltre che illogica e spaventosa. Privati della carne e sangue che li unisce, per la prima volta soli e impalpabili, cercano il coraggio di attraversare il buio e dimostrare supremazia sull’altro. Lui sicuro e forte, lei un po’ più timorosa, ma determinata e riflessiva, attendono che l’ultimo raggio si spenga nell’ultimo mare.

Mentre il cielo si tinge dei caldi colori concilianti di un crepuscolo senza gelo, l’ultima prova, per quel corpo ora vuoto, ha inizio. Lui, senza guardarla, parte dritto davanti a sé, verso il centro sconosciuto di quel crespo percorso, correndo senza soffermarsi sui rumori che sembrano rincorrerlo ed essere sempre più vicini. Una lacrima appare, ma subito si ritira, al ritmo di un grosso respiro inverso. Lui si fa largo tra ruvidi rovi, radici rotte e spinose foglie, e solo un momento è dedicato a lei, sola, ancora nel luogo dove l’aveva lasciata.

Già, lei. Una lacrima già sulla guancia è come colla per i suoi piedi. Arretra e attende, mentre l’ultimo rosso infuocato del cielo cede il passo al blu diamantato di una primavera senza luna. E’ un attimo, che mi piace chiamare di rivalsa, e a destra intravede un piccolo sentiero, che sembra portarla lontano, con piccoli bagliori di lucciole che sembrano indicarle il cammino. Procede senza fretta in un’oasi di profumi e compagni inattesi e il terrore del primo momento sembra quasi dimenticato. Più di un momento è dedicato a lui, solo, nel cuore di quel gelido inferno che le sta accanto.

E’ l’alba ormai. E si respira musica e vento tiepido, ma soprattutto quella carne e sangue che non sembra più così importante. Vedono entrambi il traguardo, ma lo sguardo è rivolto l’uno all’altra, come se l’essenza della vita non fosse più primeggiare, ma incredibilmente condividere.